Oggi World noTobacco Day: a Catanzaro le Scuole dicono No al fumo, Respira la vita! (con due video in basso)
Oggi 31 maggio in tutto il mondo si celebra la giornata contro il fumo da sigaretta. Un monito importante, anche e soprattutto in tempi di pandemia, perché fondate ricerche scientifiche ci fanno sapere che le possibilità di essere infettati dal Coronavirus e sviluppare una polmonite con complicanze anche mortali sono molto superiori nei soggetti fumatori rispetto a quelli non tabagisti, o ex-tabagisti. Anche su questo aspetto, fra altri, si sono soffermati gli specialisti, i medici e gli insegnanti che a Catanzaro hanno realizzato il progetto sul tabagismo dal titolo “Respira la vita”, con gli alunni e le insegnanti degli Istituti Comprensivi “Patari Rodari”, retto dalla dottoressa Anna Maria Rotella e “Mater Domini”, retto dalla dottoressa Rosetta Falbo. Un progetto volto a sensibilizzare giovani e giovanissimi della scuola primaria di primo e secondo grado sul rischio fumo, con il patrocinio della SIP Nazionale (Società Nazionale Pneumologia), dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Catanzaro, dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Tutti insieme, sotto la guida del Professore Luca Gallelli, Presidente della SIP Calabria, delle docenti Francesca Potente e Stefania De Siena per i rispettivi Istituti coinvolti, della dottoressa Lucia Muraca che ha curato nello specifico la parte relativa alla relazione fra Covid19 e tabagismo.
In questi mesi di emergenza sanitaria le classi virtuali hanno lavorato tanto, dando un bell’esempio delle molte possibilità della didattica a distanza: dapprima hanno visualizzato le video lezioni preparate apposta per loro dai medici e dalle docenti, poi hanno prodotto disegni, fumetti, poesie, articoli, temi dando libero sfogo alla creatività ma anche alla consapevolezza sul tema, ed infine hanno documentato con foto, presentazioni in power point e video il lavoro svolto, davvero di grande impatto.
Non abbassare mai la guardia e portare nelle scuole il tema del tabagismo è di fondamentale importanza, perché il mercato del tabacco è costantemente impegnato nella ricerca di nuovi consumatori e individua proprio nei giovanissimi le sue potenziali vittime. Lo fa in maniera subdola e subliminale: ad esempio inventando soluzioni accattivanti come caramelle gommose a forma di sigaretta, posizionate vicino alle caramelle alla frutta, in sfiziose confezioni colorate e giocose. La scienza del marketing è da sempre a servizio del mercato. Per questo conoscere è il solo antidoto per contrastarne gli effetti persuasivi, fin da piccoli. A colpire i piccoli allievi sono stati diversi aspetti, spiegano le insegnanti che li hanno guidati: ad esempio le componenti chimiche, come catrame e arsenico, che oltre alla nicotina che induce dipendenza, contribuiscono ad aumentare gli effetti nocivi delle sigarette sui polmoni perché li “asfaltano” e li “avvelenano”. E tutto questo accade anche nelle forme passive di fumo. Ragion per cui particolare attenzione è stata dedicata in classe al “diritto di parola” dei non fumatori, che – soprattutto se bambini – devono essere esauditi nel loro diritto di crescere liberi dal fumo.
PARLANO I PROTAGONISTI DEL PROGETTO RESPIRA LA VITA
Il professore Luca Gallelli, professore associato di Farmacologia presso l’Università Magna Graecia e Presidente della Società Italiana Pneumologia sezione regionale Calabria, ha fortemente voluto nelle scuole del capoluogo di regione il progetto “Respira la vita”. A Calamita Educational il professore Gallelli ha spiegato: “Oggi 31 Maggio 2020 giornata mondiale contro il fumo di sigaretta, si chiude il progetto “Respira la vita” promosso dalla Sezione Regionale della Società Italiana di Pneumologia (SIP), Italian Respiratory Society (IRS), con il patrocinio della Società Nazionale, dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Catanzaro, dall’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, dal dipartimento di Scienze della Salute dell’UMG, dall’Istituto Comprensivo “Patari-Rodari” di Catanzaro e dall’Istituto Comprensivo Statale “Mater Domini” di Catanzaro. Durante tale progetto – ha spiegato il professore Gallelli – i ragazzi partecipanti hanno preso consapevolezza del problema del fumo, un problema non solo economico/sociale ma anche di salute, poiché il fumo si associa allo sviluppo di varie malattie e danneggiando i polmoni facilita lo sviluppo di una malattia molto temuta in questo periodo cioè l’infezione da COVID-19. La scuola insieme alla famiglia ed alle Istituzioni hanno il compito di educare ed insegnare ai giovani, che rappresentano il futuro della nostra società, quali sono i valori da seguire e gli esempi da cogliere per migliorare non solo la salute quanto anche l’ambiente che ci circonda. Al termine di questi incontri studenti e scuola hanno unito gli elaborati nel video che potete vedere, che rappresenta come gli studenti vedono il fumo e cosa ne pensano”.
La dottoressa Lucia Muraca, medico di medicina generale e componente del direttivo scientifico della SIP, Società Italiana di Pneumologia, sezione regionale Calabria, ha dedicato particolare attenzione alle conseguenze che il fumo può produrre nell’indebolire il sistema respiratorio e immunitario, rendendolo più vulnerabile all’attacco dei virus. Ai lettori di Calamita Educational, che sono in gran parte insegnanti, educatori e genitori, in particolare la dottoressa Muraca ha tenuto a spiegare: “Il progetto “Respira la vita” vuole parlare soprattutto a giovani ed i giovanissimi, perché purtroppo l’età della prima sigaretta è compresa tra i 12 e i 18 anni. E’ importante fare prevenzione in età scolare, non solo perché i ragazzi capiscano precocemente i danni provocati dal fumo, ma anche perché vengano rafforzati nella loro volontà di dire no, quando nel gruppo di amici qualcuno gli offrirà “un tiro”. L’abitudine al fumo – ha spiegato la dottoressa Muraca – rimane tutt’ora una delle più dannose. Solo in Italia, si contano ogni anno 80 mila decessi legati al consumo di sigarette. Anche senza arrivare alla conseguenza più estrema, questo vizio aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, respiratorie e neoplastiche. Parola d’ordine dunque deve essere: prevenzione! FUMARE NUOCE GRAVEMENTE LA SALUTE… MA NUOCE DI PIU’ NEI TEMPI DEL COVID-19”.
La Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Patari-Rodari”, dottoressa Anna Maria Rotella, a margine del progetto accolto con favore nella sua scuola, ha affermato: “Il 31 Maggio come ogni anno si celebra il “World no Tobacco Day” l’appuntamento contro il tabagismo. È un momento di riflessione che mira ad aumentare la consapevolezza dei danni del fumo attivo e passivo sulla salute di tutti. L’Istituto Comprensivo Patari Rodari di Catanzaro, condividendone l’alto valore formativo, aderisce all’iniziativa e lo fa coinvolgendo le classi quinte le quali hanno realizzato un progetto, in modalità dad, coordinato dalla docente Francesca Potente, che culmina il percorso con la realizzazione di un video che ben informa e sensibilizza i più giovani sulla pericolosità del fumo e le conseguenze disastrose che esso può causare. Riprendiamo a respirare! Oggi più che mai! Respiriamo a pieni polmoni, e iniziamo da adesso! Iniziamo dai nostri bambini che più di noi adulti sanno essere diretti, efficaci ed incisivi!”
INTERVISTA FOCUS SU “FUMO E CORONAVIRUS” ALLA DOTTORESSA LUCIA MURACA (medico di medicina generale e componente del direttivo scientifico della SIP, Società Italiana di Pneumologia, sezione regionale Calabria).
Nella giornata mondiale contro il fumo promossa dall’OMS, spieghiamo bene con l’aiuto di un medico che legame c’è fra Covid19 e tabagismo. Dottoressa Muraca come può incidere il fumo sulla vulnerabilità del nostro organismo al CoronaVirus?
L’infezione da Coronavirus ci ha insegnato che avere polmoni sani rappresenta una risorsa determinante per combattere e vincere il virus, dobbiamo quindi proteggerli abbandonando la dannosa abitudine del fumo. Sappiamo infatti che l’esposizione al fumo di tabacco rappresenta un importante fattore di rischio per le malattie polmonari e provoca una maggior vulnerabilità nei confronti di infezioni batteriche e virali.
La ricerca sta affannosamente cercando il vaccino contro questo Virus, ma già gli studi scientifici sul tema sanno darci notizie importanti. Che cosa sappiamo attualmente sulla vulnerabilità maggiore dei fumatori rispetto al Covid19?
A questo proposito emergono dati preliminari dalla letteratura scientifica internazionale che dimostrano una più alta vulnerabilità dei fumatori ed ex-fumatori all’infezione da COVID-19 e soprattutto ad una sua associazione con una maggiore gravità del quadro clinico della malattia e del suo esito. Da uno dei primi studi condotti in Cina emerge che un terzo in più dei fumatori positivi al Covid-19 presentava all’atto del ricovero una situazione clinica più grave dei non fumatori, e per loro il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e ventilazione meccanica era più che doppio. Un altro aspetto molto importante emerso da uno studio riguarda la capacità dei virus di attaccare la cellula ospite. Il virus si attacca a uno specifico recettore cellulare «ACE2». A questo proposito è stato dimostrato che l’espressione del gene “ACE2” nel tessuto polmonare è più alta nei fumatori (compreso gli ex-fumatori) rispetto ai non fumatori. Questo determina una sovra-regolazione di ACE2 e dunque una maggior disponibilità di recettori per il virus aumentando le possibilità di attacco dello stesso alla cellula ospite.
Recita un vecchio motto: “Prevenire è meglio che curare” e mai come in questo caso è importante non dimenticarlo e promuovere più possibile le azioni che mirano a informare e sensibilizzare…
Esatto! Attraverso il progetto “Respira la Vita” vogliamo che sia chiaro che UN POLMONE SANO… E’ UN POLMONE CHE PUO’ FRONTEGGIARE MEGLIO LA BATTAGLIA CONTRO IL COVID-19!!!! I Ragazzi delle istituzioni scolastiche coinvolte nel progetto sono stati i veri protagonisti: sono loro i registi, gli sceneggiatori, i tecnici, gli attori che lavorando al progetto, facendo domande, producendo elaborati, discutendo tra di loro e con le insegnanti che con entusiasmo hanno accolto questa iniziativa: tutti insieme hanno collaborato alla creazione di video per dire ai loro coetanei che il vero “sballo” è gridare “No al fumo” e “Sì” ad uno stile di vita rispettoso della propria salute e del proprio corpo.
La loro risposta è stata quanto mai entusiasta e creativa, come dimostrano le immagini del video prodotto…
Sì, sono stati sorprendenti. Nell’era dell’immagine e della connessione veloce, non ci si poteva di certo aspettare che i ragazzi rimanessero passivi ai nostri stimoli ed alle nostre nozioni… si sono piacevolmente trasformati in parte attiva del progetto realizzando i contenuti educativi ed informativi che saranno fruibili anche sui siti delle istituzioni coinvolte, sui rispettivi social network, oltre che sugli organi di informazione che hanno dato spazio alla notizia.
Visualizza i video delle due Scuole coinvolte qui sotto:
MATER DOMINI
PATARI-RODARI
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Scuola: oggi in piazza insegnanti e genitori per chiedere priorità sul tema
“Priorità alla scuola” è la chiamata che oggi 23 maggio muoverà la manifestazione promossa in tutta Italia dal comitato omonimo fatto di insegnanti, famiglie, dirigenti scolastici. Tutti in Piazza, con le dovute precauzioni e misure di sicurezza della “Fase 2” dell’Emergenza Covid19, per chiedere, in sostanza, alla Ministro dell’Istruzione Azzolina di riaprire le scuole a settembre. Ma di farlo con il piede giusto e non perdendo questa occasione per apportare miglioramenti attesi da tempo. Le Linee Guida del Dipartimento Istruzione parlano già di tre metri quadrati a persona, per cui sarà impensabile tornare in classe in 30. Ciò significa che sarà necessario reperire al più presto nuovi spazi idonei, ed i sindaci sono stati già chiamati ad avviare un censimento nei loro Comuni. Nel frattempo significa anche che bisognerà mettere mano alla riduzione dell’orario scolastico per consentire una turnazione delle classi che permetta a tutti la frequenza delle lezioni in presenza, soprattutto per l’Infanzia e la Primaria, avendo la didattica a distanza mostrato tutti i suoi concreti vantaggi in emergenza per il ciclo di Secondarie di Primo e Secondo grado, ma anche diversi limiti, soprattutto con gli allievi della Primaria, o con quelli in tenera età. Si parla già di doppi turni – che potrebbero rendere necessaria l’immissione in ruolo di nuovi insegnanti – così strutturati: primo turno dalle 8.30 alle 12.30, secondo turno dalle 14.00 alle 18.00. Nella pausa si dovrebbe provvedere alla accurata e normata sanificazione degli spazi, per cui bisognerà reclutare e formare nuovo personale Ata. Tutto questo con le risorse del “Decreto Rilancio”? C’è chi pensa sia una vera utopia. Quella della Scuola è una macchina complessa, con una burocrazia tortuosa, come sanno i tanti precari e vincitori di concorso in attesa da anni di poter espletare il ruolo per cui hanno studiato. La Ministra Azzolina, ricordando le bare di Bergamo sfilare sui camion dell’Esercito, ha affermato di voler tornare a Scuola, ma con la dovuta sicurezza e anche di voler cogliere questo momento “post-crisi” per migliorare il comparto, nella consapevolezza della complessità di questa impresa, ma non della sua impossibilità. Del resto, quale cambiamento è indolore? Certo questo significherà aprirsi a nuove abitudini, che potrebbero essere migliorative della condizione attuale della scuola. Più attività all’aperto, in spazi informali come palestre, parchi verdi e parchi giochi, resi disponibili grazie alla realizzazione di un accordo operativo fra Scuola, Associazioni di volontariato, sportive e stakeholders che già collaborano con gli ambienti dell’Istruzione. A livello nazionale, come a livello locale, sono già attive diverse sperimentazioni, che Calamita Educational continuerà a seguire e raccontarvi, per tenere alto il dibattito sul tema. Manteniamo alta l’attenzione sulla Scuola, per non perdere una buona occasione di rinnovamento del ciclo di istruzione nazionale, più che di ritorno alla normalità, facendo tesoro di quanto questi mesi ci hanno certamente insegnato.
(R.P.)
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A Catanzaro “didattica della vicinanza”: racconto di una maestra che unisce social, mente e cuore
“Il verbo leggere non sopporta l’imperativo” diceva Gianni Rodari. E la Scuola si sforza di tenere alto questo motto. Così le sue “Favole al telefono” insieme a molte altre si fanno spazio anche in queste giornate stravolte dal Coronavirus e diventano una bella occasione per superare l’isolamento sociale. L’intimità familiare e con essa uno dei suoi momenti simbolo, quello della buonanotte, in queste settimane critiche si sono aperti in un abbraccio allargato fra maestre, bambini e genitori.
E’ successo a Catanzaro, nell’Istituto Comprensivo Patari-Rodari retto dalla Dirigente Anna Maria Rotella, con i bambini delle classi prime, dove ha preso vita una iniziativa di grande spessore culturale, pedagogico e scolastico, come risposta al distanziamento fisico, ma non per forza emotivo e psicologico. IL’iniziativa prevede una lettura quotidiana, a scelta di mamme e bambini, da inviare ai compagni di classe via whatsapp, o tramite il canale YouTube “Le Favole di Gianni Rodari”.
Una coccola, un abbraccio. Come lo definisce la maestra Maruska Mauro, che ha lanciato l’idea, seguita dalle colleghe Arianna Colonnese, Antonella Perri, Maria Luisa Fabiano, Rosita Mirante, Monica Luise, Rosita Parisi, Caterina Voci, Emanuela Costantino, Teresa Fanara, Giovanna Scarpino, Alma Rao, Angela Cantafio, dalla Presidente d’Istituto Rossana Neri e anche da alcuni docenti dell’Istituto Comprensivo che hanno contribuito con una lettura, essendosi innamorati dell’idea. E prima ancora dalla stessa Dirigente Rotella, che ha accettato di buon grado di leggere in pigiama “Il gambero” per i suoi piccoli alunni. Del resto, il suo messaggio di auguri in occasione della Pasqua aveva commosso l’intera comunità scolastica: “State sereni – aveva detto in un video messaggio – . Di programmi riparleremo a settembre. Proseguiamo con le attività senza preoccupazioni. Adesso i bambini impareranno la scienza della vita!”. E in questo solco si è proseguito. Perché più che di grammatica, regole e programmi tradizionali, i bambini a questa età ed in un momento così particolare hanno bisogno di comunicare, di essere rassicurati, di sentirsi emotivamente in contatto con il mondo, i loro amici, i loro insegnanti.
A raccontare a Calamita Educational come è nata l’iniziativa e soprattutto come inaspettatamente sta crescendo, è la stessa Maestra Mauro, alla quale abbiamo chiesto anzitutto come sta?
Adesso bene, bene, grazie! Dopo l’iniziale spaesamento, senso di smarrimento, stordimento, condiviso con le mie colleghe, ora posso dire di aver trovato un nuovo equilibrio, certamente facilitato e consentito dagli strumenti di comunicazione, da telefono, video chiamate, whatsapp. E’ stato un percorso, che ancora non può certo dirsi concluso, fatto tutti insieme, scuola e famiglie.
Scuola – Famiglia: Gianni Rodari avrebbe parlato di “binomio fantastico”. Come ha vissuto e come ci racconta questa relazione, da sempre centrale nella crescita dei bambini e dei giovani, ma non sempre semplice e costruttivo?
Una relazione speciale e preziosa, che io ho trovato migliorata, cresciuta, più interconnessa: in questi mesi abbiamo lavorato fianco a fianco con le famiglie, addirittura noi maestre siamo entrate nei gruppi whatsapp delle mamme, per stare loro più vicine, per comprendere meglio esigenze, criticità, bisogni. A 52 anni posso dire di essere stata, talvolta, più coinvolta e intenerita dalle reazioni di alcune mamme, che da quelle dei nostri bambini. Sono nati dei rapporti speciali, di vicinanza, supporto, reciprocità, con tanta voglia di costruire relazione, ascolto. C’è stato quasi uno scambio di ruoli. Le mamme sono diventate un po’ maestre, e noi maestre siamo diventate un po’ mamme.
Un grande valore quello costruito, dunque. Se dovesse trovare una parola d’ordine per definire questo momento che sta vivendo, da insegnante, quale sceglierebbe?
Certamente la parola “flessibilità”, è in essa che ho trovato nuovo slancio e motivazione. Ho vissuto un momento di grandi interrogativi sul mio ruolo di maestra. “A che cosa può servire la lezione cattedratica in questo momento ai miei bambini?”. La vita li porterà da sé ad apprendere in modo meccanico la regola della maiuscola dopo il punto, ad esempio. “Che cosa non può davvero mancare in questo momento ai nostri bambini?”.
Ed è qui che entra in gioco la favola, come risposta a simili domande, per trasmettere stimoli, ma anche vicinanza ai bambini, vero?
Sì. Ci siamo confrontate molto fra colleghe e con la Preside Rotella, alla ricerca di soluzioni possibili, per continuare a realizzare “atti educativi e formativi forti”, capaci di coinvolgere la testa e il cuore. Lavoriamo da sempre con Rodari, la nostra scuola è tappezzata di murales dedicati a lui, grazie ad un progetto intitolato “Inna-muriamoci” realizzato negli anni passati. Questo anno in particolare era per noi dedicato naturalmente alla valorizzazione della sua Opera, ricorrendo il centenario dalla sua nascita. Le mamme ricorderanno che i bambini sono stati accolti il primo giorno di scuola dalle Maestre che indossavano magliette bianche con sopra scritte alcune delle frasi più belle e significative del grande autore per l’infanzia, capacissimo di arrivare con l’uso della parola al cuore e alla mente. E’ stato ed è un “Principe della parola”, come mi ha detto un mio alunno in prima, che lo ha disegnato su un cavallo bianco con il mantello, cavalcare nel “Regno di Fantasia”. Abbiamo deciso di continuare a lavorare sulla valorizzazione della sua opera anche a distanza. Ed è stata la favola che ci ha guidato fino ai bambini, fin nelle loro case, dalle loro mamme, in un bisogno diffuso di vivere la comunità educante, di relazione e vicinanza.
Come è stato entrare nelle case a cavallo delle “Favole al telefono”, titolo di una delle più famose e premiate sue opere, che per un casuale ma efficace gioco di parole appare particolarmente adatto al momento?
I bambini lo hanno accolto come un amico, perché lo conoscevano già. E la cosa più bella, e interessante dal punto di vista didattico per noi insegnanti, è stato che i bambini non hanno mai vissuto questo momento della lettura della favola come un compito. Del resto, come ricordava lei all’inizio, “Leggere è un verbo che non sopporta l’imperativo!”. Non è stato come entrare a gamba tesa nell’intimità familiare, ma come aprire le porte ad un amico, a cuore aperto! Il messaggio più importante che è passato è stato questo. Le prime favole sono state raccontate in pigiama dalle maestre, dalla nostra Preside, dal caro amico di ogni catanzarese Enzo Colacino. Poi l’idea ha contagiato i genitori, le mamme e anche qualche papà. Ogni volta i bambini danno sfogo alla loro fantasia… Sta andando avanti tutt’ora e adesso pensiamo di coinvolgere anche i nonni, perché loro sono fra quelli che più di tutti patiscono l’impossibilità di abbracciare i nipotini.
A proposito di nonni, qualche giorno fa, uno dei decani del giornalismo italiano, oggi ultracentenario, Sergio Lepri, chiacchierando con il Ministro dell’Innovazione Pisano, ha affermato: “Questi strumenti ci danno una grandissima opportunità per comunicare, usiamoli bene. L’importante è sentirsi amici!”. Un’affermazione che ci impone di considerare gli “schermi piatti” nostri alleati, a patto di riempierli di umanità?
Sono strumenti particolari, che rischiano di lasciare indietro molti, anche nella scuola, se non vengono usati correttamente. Sono preziosi, ma possiamo fare affidamento su di essi fino alla curva: poi torno a dire c’è bisogno di mettere in campo mente e cuore, e questo è possibile anche a distanza, ma senza dimenticare che la relazione con gli studenti – di qualsiasi età – è sempre un fatto personale, individuale. Solo così si arriva a tutti! Non possiamo ragionare per la maggioranza della classe, abbiamo il dovere di pensare a tutti.
Non tutte le situazioni sono uguali: dal suo angolo visuale, con quali diversità e difficoltà si è confrontata?
All’inizio avrei voluto essere una farfalla, per essere nelle case dei bambini. Abbiamo avvertito e conosciuto tante situazioni differenti, con caratteristiche e criticità diverse. Bambini figli di operatori sanitari, medici, personale dei supermercati, già molto provati emotivamente perché non potevano riabbracciare le mamme o i papà alla sera al rientro da giornate lavorative anche molto stressanti. Ci siamo confrontati con mamme e papà impegnati con lo smart working, impossibilitati a seguire i loro bambini con i compiti. E ogni bambino ha reagito in modo differente allo stare in casa, a proprio modo, come è giusto che sia. Abbiamo dovuto mettere in campo tutta la nostra esperienza, alla ricerca della soluzione per comunicare davvero con un bambino, con le mamme. Magari ci sentiamo più volte al giorno, o facciamo lezione al telefono perché ci sono bambini che non hanno il computer, o che non hanno whatsapp, e anche se la scuola manda il Pc o il tablet, non è detto che ci sia la rete, e che lo si sappia, o si possa utilizzare. Ripeto che la didattica, anche e ancor di più a distanza, rimane un fatto individuale.
La Scuola ha dato prova, fra difficoltà oggettive, di reggere il peso di un Paese in emergenza. Da insegnante, il ruolo complesso richiesto oggi può essere svolto tramite la “didattica a distanza” secondo lei?
Io voglio rompere gli schemi con questa risposta, perché posso dire che noi abbiamo realizzato la “didattica della vicinanza”, magari non dormendo la notte per quel problema, per quella difficoltà. Mi rendo conto di lavorare cento, per ottenere dieci: nuovi programmi sui computer, nuovi metodi, nuove sfide… Ma sono certa che potremo dire di aver superato la prova insieme ai nostri bambini, se avremo dato il massimo. Ci sono dei limiti, certamente, sui quali tocca lavorare molto, ma è possibile.
Notizie di queste ore ormai definitive: la scuola riaprirà a settembre con modalità ancora incerte. Cosa pensa se guarda al futuro?
Io sono molto ottimista e fiduciosa. Se lei mi chiede come saranno i bambini a settembre, io le rispondo che saranno cresciuti, più forti, più maturi. Questo “laboratorio” ha messo a dura prova tutti noi, ma possiamo uscirne più forti. Io stessa ho fatto cose che non avrei mai fatto se non fossi stata costretta dalla pandemia. Ma questo ci chiede il nostro mestiere: e torno alla flessibilità, che fa il paio con la creatività, che va nutrita, coltivata in ogni direzione, perché il mio, il nostro obiettivo, è e rimane il bambino, che deve poter diventare quel che è lui, non ciò che dice la maestra.
Appuntamento per tutti, quindi, sul canale YouTube dedicato alle favole di Gianni Rodari?
Sì, ci vediamo nel Regno di Fantasia, dove ogni cosa è possibile!
Se volete ascoltarle anche voi ecco il link: https://www.youtube.com/channel/UCy_0S_HhcHOJSuMztGxs3qg
(Rosalba Paletta)
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Giornata della risata: uno strumento per imparare meglio … a scuola e nella vita. Parola di Gianni Rodari
“Vale la pena che un bambino impari piangendo, quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque Continenti per colpa degli errori di ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell’energia elettrica”. Partiamo da questa citazione di Gianni Rodari per augurare a tutti una buona Giornata della risata, che si celebra proprio il 3 maggio. E come sempre accade con le giornate simbolo, anche questa può essere opportunità per tutti per riflettere.
Quella che potrebbe sembrare una semplice frase, se letta attentamente è in realtà un manifesto pedagogico di pensiero positivo e costruttivo. In questo anno così particolare stiamo spesso prendendo in prestito le parole del grande poeta, intellettuale e Maestro di Omegna, di cui celebriamo il Centenario della nascita nel 2020. E lo facciamo sia perché non vogliamo perdere occasione per ricordare Rodari e continuare a valorizzare l’importanza del suo messaggio; sia perché ogni occasione è buona per riconsiderare l’ampiezza dei contenuti della sua Opera, che svela la visione del Mondo e dei bambini di un autore sempre al passo con i tempi, anche 40 anni dopo la sua prematura scomparsa.
UN MANIFESTO PEDAGOGICO
Un messaggio importante e di ampie vedute, perché aveva davanti e alle spalle una scuola di righe e frustini; di pareti grigie e grembiuli scuri; di ceci, fagioli e facce al muro. Eppure Rodari intravedeva già allora che non c’èra motivo per cui si dovesse imporre ai più piccoli di “imparare piangendo, ciò che si può imparare ridendo”. Le scienze psico-pedagogiche hanno poi effettivamente dimostrato che quegli approcci molto diffusi in passato e sempre meno al giorno d’oggi, anche se ancora non completamente abbandonati, non solo non sono utili, ma sono dannosi, perché agiscono non soltanto sul profitto, ma in profondità, sull’autostima dei giovani e dei piccoli. Il motivo è semplice. Quando parliamo di educazione dobbiamo avere in mente un approccio positivo e costruttivo, capace di guardare alla costruzione dell’intera personalità del bambino che abbiamo davanti con gradualità, non al mero profitto del momento e all’obiettivo di breve periodo. Un rapporto che giudichi, ferisca, deluda, lasci infelice un bambino (o un ragazzo) non consentirà di fare strada lunga al lavoro degli educatori. Calamita Educational – ci fa piacere ricordarlo ogni volta che è possibile – ha fatto di questo pensiero una ragione fondante della sua esistenza, come si comprende bene fin dal nome: le calamite si attraggono, oppure non funzionano. Così è per la relazione educativa: se non si riesce a innescare magnetismo, condizione propria delle relazioni empatiche, non c’è possibilità di attrazione.
PERCHE’ IMPARARE RIDENDO
In sintesi potremmo dire che alla base della bella indicazione sulla bontà dell’ “imparare ridendo” di Gianni Rodari, ci sono 4 pilastri della pedagogia e delle neuroscienze, che potremmo sintetizzare così:
– Il bambino che abbiamo davanti è portatore di diritti suoi propri che dobbiamo rispettare, senza sovrastare né ignorare, come sancito nella Convenzione Internazionale dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
– Avere chiari gli obiettivi di lungo periodo del percorso di crescita, considerando e rispettando i passi intermedi da compiere nel rispetto della personalità, dei tempi e dei modi più consoni al piccolo individuo unico e irripetibile che abbiamo davanti
– Cercare di essere stabili e sicuri punti di riferimento, testimoniando accoglienza, ragionevolezza e fermezza nel recepire istanze e domande, adeguate ai punti di vista e all’età, possibilmente anche diversi dai nostri, fornendo sempre spiegazioni gentili, chiare e aperte
– Preferire sempre punti di vista, opzioni e soluzioni positive a quelli punitivi: il risultato è medesimo nel mostrare la via da intraprendere, ma se lo facciamo positivamente rafforziamo il piacere di trovare una buona soluzione, nutriamo il legame di collaborazione, incoraggiamo la capacità di cercare soluzioni anche in maniera autonoma. Se invece se lo facciamo punendo lasciamo frustrazione nell’altro e scoraggiamento nel tentare di nuovo e da soli la prossima volta.
Recentemente, abbiamo parlato di quanto sia importante “imparare divertendosi” con Patrizio Paoletti, mentore, motivatore, coach, uomo di pace, Presidente della Fondazione omonima, impegnata nella ricerca e nella diffusione di buone pratiche educative, capaci di migliorare le relazioni in famiglia e nella scuola. Oggi la Fondazione Paoletti ha realizzato un importante Vademecum per gestire l’emergenza CoronaVirus e ha dedicato un passo importante al divertimento, su basi neuroscientifiche. Se ti interessa leggere questo punto di vista sul tema, leggi anche questo nostro articolo:
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