Giornata della risata: uno strumento per imparare meglio … a scuola e nella vita. Parola di Gianni Rodari
“Vale la pena che un bambino impari piangendo, quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque Continenti per colpa degli errori di ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell’energia elettrica”. Partiamo da questa citazione di Gianni Rodari per augurare a tutti una buona Giornata della risata, che si celebra proprio il 3 maggio. E come sempre accade con le giornate simbolo, anche questa può essere opportunità per tutti per riflettere.
Quella che potrebbe sembrare una semplice frase, se letta attentamente è in realtà un manifesto pedagogico di pensiero positivo e costruttivo. In questo anno così particolare stiamo spesso prendendo in prestito le parole del grande poeta, intellettuale e Maestro di Omegna, di cui celebriamo il Centenario della nascita nel 2020. E lo facciamo sia perché non vogliamo perdere occasione per ricordare Rodari e continuare a valorizzare l’importanza del suo messaggio; sia perché ogni occasione è buona per riconsiderare l’ampiezza dei contenuti della sua Opera, che svela la visione del Mondo e dei bambini di un autore sempre al passo con i tempi, anche 40 anni dopo la sua prematura scomparsa.
UN MANIFESTO PEDAGOGICO
Un messaggio importante e di ampie vedute, perché aveva davanti e alle spalle una scuola di righe e frustini; di pareti grigie e grembiuli scuri; di ceci, fagioli e facce al muro. Eppure Rodari intravedeva già allora che non c’èra motivo per cui si dovesse imporre ai più piccoli di “imparare piangendo, ciò che si può imparare ridendo”. Le scienze psico-pedagogiche hanno poi effettivamente dimostrato che quegli approcci molto diffusi in passato e sempre meno al giorno d’oggi, anche se ancora non completamente abbandonati, non solo non sono utili, ma sono dannosi, perché agiscono non soltanto sul profitto, ma in profondità, sull’autostima dei giovani e dei piccoli. Il motivo è semplice. Quando parliamo di educazione dobbiamo avere in mente un approccio positivo e costruttivo, capace di guardare alla costruzione dell’intera personalità del bambino che abbiamo davanti con gradualità, non al mero profitto del momento e all’obiettivo di breve periodo. Un rapporto che giudichi, ferisca, deluda, lasci infelice un bambino (o un ragazzo) non consentirà di fare strada lunga al lavoro degli educatori. Calamita Educational – ci fa piacere ricordarlo ogni volta che è possibile – ha fatto di questo pensiero una ragione fondante della sua esistenza, come si comprende bene fin dal nome: le calamite si attraggono, oppure non funzionano. Così è per la relazione educativa: se non si riesce a innescare magnetismo, condizione propria delle relazioni empatiche, non c’è possibilità di attrazione.
PERCHE’ IMPARARE RIDENDO
In sintesi potremmo dire che alla base della bella indicazione sulla bontà dell’ “imparare ridendo” di Gianni Rodari, ci sono 4 pilastri della pedagogia e delle neuroscienze, che potremmo sintetizzare così:
– Il bambino che abbiamo davanti è portatore di diritti suoi propri che dobbiamo rispettare, senza sovrastare né ignorare, come sancito nella Convenzione Internazionale dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
– Avere chiari gli obiettivi di lungo periodo del percorso di crescita, considerando e rispettando i passi intermedi da compiere nel rispetto della personalità, dei tempi e dei modi più consoni al piccolo individuo unico e irripetibile che abbiamo davanti
– Cercare di essere stabili e sicuri punti di riferimento, testimoniando accoglienza, ragionevolezza e fermezza nel recepire istanze e domande, adeguate ai punti di vista e all’età, possibilmente anche diversi dai nostri, fornendo sempre spiegazioni gentili, chiare e aperte
– Preferire sempre punti di vista, opzioni e soluzioni positive a quelli punitivi: il risultato è medesimo nel mostrare la via da intraprendere, ma se lo facciamo positivamente rafforziamo il piacere di trovare una buona soluzione, nutriamo il legame di collaborazione, incoraggiamo la capacità di cercare soluzioni anche in maniera autonoma. Se invece se lo facciamo punendo lasciamo frustrazione nell’altro e scoraggiamento nel tentare di nuovo e da soli la prossima volta.
Recentemente, abbiamo parlato di quanto sia importante “imparare divertendosi” con Patrizio Paoletti, mentore, motivatore, coach, uomo di pace, Presidente della Fondazione omonima, impegnata nella ricerca e nella diffusione di buone pratiche educative, capaci di migliorare le relazioni in famiglia e nella scuola. Oggi la Fondazione Paoletti ha realizzato un importante Vademecum per gestire l’emergenza CoronaVirus e ha dedicato un passo importante al divertimento, su basi neuroscientifiche. Se ti interessa leggere questo punto di vista sul tema, leggi anche questo nostro articolo:
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Oggi 40 anni fa moriva Gianni Rodari, autore per bambini e adulti… con “orecchio acerbo”
Il 14 aprile del 1980 moriva a Roma Gianni Rodari, grande Maestro, intellettuale, giornalista e scrittore. Un autore che ha lasciato un segno profondo sulle pagine della Cultura italiana, della stampa, della narrativa e dei libri di scuola. Non da sempre e non da tutti conosciuto e riconosciuto per il ruolo fondamentale che ebbe, invece, nell’inaugurare e capovolgere le modalità e gli usi della parola; la fiducia con la quale guardare al suo potere nella quotidianità.
“Tutti gli usi della parola a tutti – scriveva – : mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo”. E’ una delle sue più celebri frasi, nella quale la sua poetica dell’immaginazione, da lui stesso teorizzata e chiamata “Fantastica”, irrompeva nella vita di ogni giorno, nelle aule, fra i Maestri, suoi colleghi, con i quali si confrontava e per i quali teneva corsi di aggiornamento, scriveva articoli; fra i Genitori dell’epoca, dei quali promuoveva un ruolo più forte, consapevole, innovatore nei riguardi dei loro figli; fra i Giornalisti, con i quali operava a stretto contatto, da collega e direttore, e ai quali la sua intelligente e visionaria azione pedagogica e critica fu sempre chiarissima.
Chi, credendo di sminuirne – forse – la portata, lo ha definito solo autore per ragazzi, trascura certamente il fatto che ogni bambino diventerà adulto, prima o poi, e se avrà letto Gianni Rodari, certamente non considererà la realtà come qualcosa di immutabile, data una volta per tutte. Anzi, prenderà a osservarla, a scrutarla e lascerà che nella sua testa e fra le mani, prendano forma buone idee e azioni per cambiarla e migliorarla.
Perché per Rodari la realtà altro non era che un gioco, un gioco di parole, fatto di incastri e disincastri, che con l’immaginazione poteva cambiare volto per davvero. Bastava conservare, anche da adulti, “l’orecchio acerbo”, come amava dire lui. Per questo, a quanti ancora oggi, che ricorrono sessant’anni dalla sua morte, per giunta nell’anno in cui l’Italia ed il Mondo celebrano il Centenario della sua nascita, a quanti – dicevamo – continuano a chiedersi se Rodari fosse un autore per l’infanzia o per tutti, ci piace rispondere che Rodari è proprio per tutti. Per tutti quegli adulti che hanno mantenuto un “orecchio verde” e che interpretano il loro ruolo sulla scena della vita (il teatro, altro grande tema caro al nostro Gianni) scegliendo per i bambini che ancora vivono in loro, oppure al loro fianco, le filastrocche e le favole di Gianni Rodari, per accompagnare le giornate, o augurare la buona notte. Come questa dal titolo: “Un signore maturo con un orecchio acerbo”, che vi proponiamo oggi, al tempo del Coronavirus, in cui farsi domande può essere una buona cosa, e soprattutto può esserla prestare “orecchie acerbe” alle risposte.
Un signore maturo con un orecchio acerbo
Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo
vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.
Non era tanto giovane, anzi, era maturato
tutto, tranne l’orecchio, che acerbo era restato.
Cambiai subito posto per essergli vicino
e potermi studiare il fenomeno per benino.
Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età
di quell’orecchio verde che cosa se ne fa?
Rispose gentilmente: – Dica pure che sono vecchio,
di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio.
È un orecchio bambino, mi serve per capire
le voci che i grandi non stanno mai a sentire:
ascolto quello che dicono gli alberi, gli uccelli,
le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli,
capisco anche i bambini quando dicono cose
che a un orecchio maturo sembrano misteriose…
Così disse il signore con un orecchio acerbo
quel giorno, sul diretto Capranica-Viterbo.
(Gianni Rodari)
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Covid19: Attivo da oggi lo sportello “Parlami ti ascolto”, accanto al Vademecum “Dieci passi per parlarne con tuo figlio”
PER VOI STRUMENTI CONCRETI E GRATUITI
PER AFFRONTARE L’EMERGENZA IN FAMIGLIA
Come state vivendo queste giornate di isolamento per contenere il Coronavirus? Vi capita di sentirvi smarriti nell’affrontare l’incertezza? Vi mancano riferimenti e non sapete come gestire frustrazione, ansia, stress…? Vorreste usare meglio il tempo a disposizione, ma non riuscite a creare nuove abitudini?
Oggi Calamita Educational vi segnala due importanti strumenti concreti, realizzati nell’ambito della campagna “Prefigurare il futuro: metodi e tecniche per potenziare speranza e progettualità. Emergenza Sanitaria Covid-19 / Coronavirus”, resa possibile dalla Fondazione Patrizio Paoletti, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Patrocinata dall’Associazione Italiana Genitori A. Ge. APS. Abbiamo ritenuto queste iniziative davvero meritevoli a livello nazionale per il supporto specialistico che stanno offrendo in un momento di così grande smarrimento, e siamo pertanto fra i numerosi Enti che aderiscono ad esse per contribuire a diffonderle (leggi al link qui sotto il comunicato ufficiale https://www.fondazionepatriziopaoletti.org/news/1160/emergenza_coronavirus_10_passi_per_parlarne_con_tuo_figlio.html ).
NUMERO VERDE E UN VADEMECUM
Si tratta di un Vademecum denominato “Emergenza Coronavirus – I 10 Passi per parlarne con tuo figlio”, – elaborato da psicologi, pedagogisti e neuroscienziati – e una serie di video-lezioni con 10 chiavi che aiutano i genitori a gestire l’emergenza nel modo giusto con i bambini, mantenendosi lucidi e forti. In aggiunta, a partire da oggi 6 aprile, è attivo anche uno sportello telefonico di orientamento denominato: “Parlami, ti ascolto”, dedicato a genitori, anziani e adolescenti. Lo sportello è attivo il lunedì, mercoledì e sabato, dalle ore 14.00 alle ore 19.00, la chiamata è gratuita. Il numero verde cui poter chiamare è: 800-858-440.
Il Vademecum – spiega la Fondazione Paoletti -, disponibile in 6 lingue (arabo, inglese, francese, tedesco, spagnolo, ebraico) per raggiungere anche cittadini stranieri in difficoltà, è rivolto principalmente a genitori ed educatori, ma è valido per tutti. Per tenerci stimolati e allenarci costantemente a mantenere l’equilibrio, ecco in sintesi i “10 passi” studiati dall’equipe della Fondazione Paoletti, ente di ricerca no profit impegnato in campo neuroscientifico e psico-pedagogico a livello internazionale, già partner di Calamita Educational nella prima edizione del format. Se desideri iscriverti e seguire gratuitamente le video-lezioni clicca qui: http://cutt.ly/5ttX0GE
ECCO I DIECI PASSI DEL VADEMECUM:
– Primo passo: Vivi appassionatamente: ogni difficoltà è una chance.
– Secondo passo: Sei importante: sii un esempio
– Terzo passo: Scegli ciò che fa bene: stimoli e ambienti condizionano
– Quarto passo: La routine: la tua grande amica
– Quinto passo: Prima di parlare ascolta: crea sintonia
– Sesto passo: Scegli le parole giuste: le storie hanno potere
– Settimo passo: Si impara… divertendosi Insieme
– Ottimo passo: Supera il virus più pericoloso: l’ignoranza
– Nono passo: Impegnati a dire bene le cose
– Dieci: Contribuisci: diffondi questo Vademecum (per vederlo clicca sul link sotto) https://fondazionepatriziopaoletti.org/prefigurareilfuturo/
APPROFONDIMENTI UTILI
Il primo passo ci invita a cambiare il nostro modo di pensare l’emergenza, cogliendo l’opportunità educativa che essa può offrire. Spiega come noi adulti possiamo guidare i più piccoli alla scoperta delle loro migliori risorse. I momenti di crisi infatti, sono l’occasione per incontrare le proprie paure e ansie e imparare a gestirle: una capacità che sarà utile per tutta la vita.
Il secondo passo ci richiama ad essere esempio come adulti, ricordandoci che le nostre azioni influenzano moltissimo i nostri figli, più di ciò che crediamo.
Il terzo, quarto e quinto passo ci spiegano come creare le migliori condizioni per entrare in una giusta relazione con i nostri figli, agendo sia su noi stessi (come mantenere una mente calma e lucida per essere più sensibili e attenti), sia su ciò che facciamo con loro (come impostare una routine rassicurante e semplice).
Nel sesto e settimo passo gli esperti della Fondazione ci danno suggerimenti pratici per aiutare i più piccoli ad assorbire e collocare l’emergenza sanitaria in una narrazione che per loro sia di senso. Il linguaggio, ad esempio, è uno degli elementi chiave con cui tutti costruiamo i nostri modelli mentali del mondo: quello che scegliamo di usare influenza enormemente il nostro modo di rispondere alla difficoltà.
L’ottavo passo ci ricorda di stare attenti al virus più pericoloso: la discriminazione che nasce dall’ignoranza.
Il nono e decimo passo, infine, ci offrono indicazioni pratiche su come essere co-creatori del futuro che desideriamo: i nostri comportamenti, come singoli e come insieme, possono contribuire al contenimento e al superamento dell’emergenza.
Referente del progetto per Fondazione Paoletti
Tania Di Giuseppe, psicologa e responsabile del progetto “Prefigurare il futuro”
Cell. 339 4831012 – t.digiuseppe@fondazionepatriziopaoletti.org
Nei prossimi giorni vi proporremo un ulteriore approfondimento con una video intervista a Patrizio Paoletti, Presidente dell’omonima Fondazione. Nel frattempo, per leggere il vademecum e sapere come fare per vedere gratuitamente le video-lezioni tenute direttamente Patrizio Paoletti, basta andare sul sito https://www.fondazionepatriziopaoletti.org/
(R.P.)
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In questa scuola l’educazione fisica si fa al banco!
Ci è capitato, girando per le nostre scuole, di sentirci dare risposte simili alla domanda: “Che tipo di attività fisica fanno?”.
Questo perché le palestre sono talvolta inesistenti, nella maggior parte dei casi poche e insufficienti rispetto alla popolazione scolastica. Le classi sono troppo spesso molto numerose e non è semplice gestirle, soprattutto nelle primarie. Gli atri o i cortili soleggiati, che talvolta potrebbero essere utilizzati come ambienti sostituivi dove far muovere i bambini nell’arco di lunghe giornate fra i banchi, non sempre hanno le necessarie condizioni di sicurezza e cura.
Risultato: i bambini trascorrono tutto il tempo seduti, con conseguenze negative su salute, attenzione, umore, profitto e stile di vita.
Non sottovalutiamo da genitori questi aspetti quando valutiamo dove iscrivere i nostri figli, e non manchiamo di esprimere le nostre richieste e legittime aspettative. Possiamo fare molto per collaborare al miglioramento delle nostre Scuole.
Il movimento e l’importanza che esso ha nella crescita complessiva dei bambini e dei ragazzi è fondamentale, come confermano oggi anche le neuroscienze. Lo aveva intuito una grande pedagogista italiana, la cui originalità e lungimiranza di pensiero l’Italia vanta ancora oggi nel mondo come primato: Maria Montessori.
Proprio lei già nel 1948 scriveva: “Il movimento va considerato da un nuovo punto di vista. A causa di errori e malintesi lo si è considerato sempre come qualcosa di meno nobile di quello che è: specialmente il movimento del bambino, che è stato tristemente negletto nel campo educativo dove tutta l’importanza viene data all’apprendimento intellettuale. (…) Ne risulta che dovendo il bambino svilupparsi tanto fisicamente che mentalmente, noi dobbiamo includere nella sua educazione esercizi fisici, giochi, ecc. perché non possiamo separare due cose che la natura ha disposto unite. La nostra nuova concezione sostiene invece l’importanza del movimento quale aiuto allo sviluppo mentale, quando il movimento sia posto in relazione con il centro”. (Maria Montessori, La mente del bambino, Garzanti, 1999 . Ed. originale 1948)
Il movimento è vita!!!
(Foto Gallery courtesy by New Summerhill – Catanzaro – Bambini impegnati in lezioni di brain gym)
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Quali docenti hai amato di più nella vita?
Quali sono i docenti che hanno lasciato un segno nelle vostre vite…? Quelli più indulgenti? Quelli più permissivi? Forse quelli più ingiusti (sigh!)? Quelli più severi? Oppure, forse, quelli che vi hanno appassionato, insegnato ad amare e a coltivare la curiosità fuori e dentro di voi?
Calamita Educational risponde prendendo in prestito le parole del professor Umberto Galimberti, che in un’intervista rilasciata in occasione dell’uscita del suo libro “La parola ai giovani” (Feltrinelli), ha affermato: «L’insegnante deve insegnare. Per farlo serve una capacità empatica e comunicativa, la fascinazione. Se non apri il cuore, non apri nemmeno la testa delle persone. Gli insegnanti dovrebbero essere sottoposti a un test di personalità̀ che valuti queste cose. Se uno non sa affascinare è meglio che cambi lavoro».
In una società che esprime così tanti e repentini bisogni – si pensi alla collettività multietnica, ai ritmi frenetici e competitivi, alle tecnologie pervasive, alle famiglie in assetti variabili, all’emotività sempre più difficile da esprimere, alle competenze richieste sempre più elevate (scienze, lingue e capacità di leggere in primis) – quante domande giungono alla scuola e agli insegnanti! Un mestiere difficile e nobilissimo! Pensiamo, forse il più nobile, accanto a quello di medici e affini. Adatto a tutti? Sono ancora le parole dell’amatissimo professore, psicologo, intellettuale e scrittore che prendiamo in prestito per rispondere a questa domanda “da un milione di dollari”: “Non tutti possono insegnare – afferma Galimberti – . Uno che è alto un metro e cinquanta non può̀ fare il corazziere; così se uno non sa affascinare, comunicare, non può fare il maestro, il professore. Lo dice Platone: si impara per imitazione”.
Calamita Educational nella puntata in programma per sabato 25 gennaio, vi racconta un modo di fare Scuola ricco di fascinazione, presentandovi un’antologia di “storie d’amore”, scritte a tante mani da docenti, educatori e allievi animati dal “fuoco della passione”! Storie di “Scuola fuori e dentro la Scuola”, per terra, per mare e per cielo.
Protagonisti di questa antologia di fine edizione saranno: il docu film “La magia dei cristalli” firmato Filippo Corrieri e Ivan Comi, girato anche grazie alla preziosa collaborazione delle classi elementari dell’Istituto Comprensivo Casalinuovo di Catanzaro, retto – all’epoca della realizzazione del progetto nelle classi -, dalla professoressa Nuccia Carrozza, e oggi presieduto dalla professoressa Maria Riccio. Il docu-film, che comprende anche un prezioso volume da acquistare e custodire nelle librerie di ogni casa, è stato realizzato in collaborazione con il Polo Museale della Calabria, all’epoca diretto dalla dottoressa Angela Acordon, oggi invece dalla dottoressa Elisabetta Cuciniello; importante anche il contributo del direttore del Museo e Parco Archeologico di Capo Colonna, Gregorio Aversa; come pure, per la realizzazione del documentario, è stato fondamentale il contributo della Marina militare, sotto la cui competenza ricadono i Fari, ed il cui Comando ha sede per il Sud a Taranto, all’epoca dei fatti sotto la guida del Capitano di Fregata Carlo Salvati.
E ancora vedremo gli studenti dell’Istituto Salesiano di Soverato: Andrea Codispoti, Nicoletta Riccio e Sara Renda del IV Liceo Classico, guidati in un progetto di ricerca sui cetacei condotto dal Ce.S.R.A.M, presieduto dalla docente di matematica e scienze, nonché biologa marina Maria Assunta Menniti, da Vincenza Suraci – Biologa marina, e con Paolo Palladino al comando dell’imbarcazione. I risultati di questo studio, cui hanno contribuito gli studenti in alternanza scuola-lavoro, sono stati presentati a Barcellona nell’ambito di uno dei più prestigiosi appuntamenti della comunità scientifica internazionale di settore, la World Marine Mammal Conference.
Vedremo poi le bellissime immagini del progetto MOCRIS con gli studenti del liceo Scientifico di Cariati, retto dal D.S. professore Franco Murano, anche qui un percorso di Alternanza scuola/lavoro realizzato con la collaborazione di: Domenico Liguori, docente di matematica e fisica; Valerio Bocci e Francesco Iacoangeli, dell’INFN – Roma; il Antonino Brosio e Antonella Tripodi, ingegneri di ABProject; Nicola Mari, Ricercatore di geologia planetaria Università di Glasgow; Rocco Dominici e Paola Donato, ricercatori del Dipartimento DiBEST UNICAL.
A seguire il “Parco Astronomico Lilio”, custodito fra cielo e boschi del piccolo centro crotonese di Savelli, e i bambini e i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Verzino (Kr) plesso di Savelli, guidati dalla loro insegnante Loredana Trotta, e accolti dagli ingegneri Antonino Brosio, Direttore Parco Astronomico Lilio (Savelli – KR), e Maria Antonia Tripodi, Responsabile didattica del Parco Astronomico, impegnati nel bel progetto di “Scuola fuori dalla Scuola” dal titolo “Sotto questo cielo”.
Tutti al microfono di Rosalba Paletta per raccontare entusiasmanti racconti dalle nostre scuole.
Appuntamento, dunque, con la prossima puntata di Calamita Educational per sabato 25 gennaio come sempre alle 15.30 su Video Calabria (canale 13 DT e canale 501 della piattaforma Sky), e sempre on line sui canali social di Calamita Educational. E non dimenticate: scriveteci a info@calamitaeducational.it e verremo a scoprire le vostre esperienze. Ancora una buona visione a tutti. Continuate a seguirci. Torneremo presto con le nostre nuove puntate!!!
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Solo diciotto minuti al giorno per i nostri figli! Facciamo rifornimento di tempo
Diciotto minuti è il tempo medio che trascorre una famiglia italiana con i figli quotidianamente. Un dato allarmante, emerso da una ricerca resa nota dall’Ufficio del Garante calabrese per l’infanzia, che ci invita a riflettere su come cambino i rapporti e le relazioni, e sull’importanza di fare tesoro delle manciate di minuti a disposizione, magari non sacrificando anche quelli davanti ad uno “schermo”. Assieme all’Ospite del giorno Ralph Riffeser, CEO e General manager del Cavallino Bianco, Calamita Educational affronterà da una particolare angolazione questo tema, nella puntata in onda l’11 gennaio, come sempre alle 15.30 su Video Calabria (canale 13 DT e canale 501 della piattaforma Sky), e sempre on line sui canali social di Calamita Educational.
La puntata prosegue con le arti bianche, che sembrano fatte apposta per ricreare, impastando, armonia in cucina a tutte le età, invitando a ritagliarci uno spazio prezioso nelle frenetiche giornate contemporanee. Stavolta il simpatico trio di “Mangiando s’impara” composto dalla Maestra Valentina Amato, la piccola Matilde Mia e dalla biologa nutrizionista Bianca Parisi, si divertirà a impastare e svelare la ricetta del giorno, che potrete divertirvi a replicare a casa ogni volta che avrete voglia di stare bene, come accadeva nelle cucine delle nostre nonne.
Un lancio record di 34111 metri ripreso in diretta dalle telecamere di Calamita Educational sull’incantevole Altopiano della Sila, al centro della rubrica “La scuola si racconta” di questa puntata. Protagonisti stavolta gli studenti del liceo Scientifico di Cariati, retto dal D.S. professore Franco Murano, in un progetto di Alternanza scuola/lavoro realizzato con la collaborazione di: Domenico Liguori, docente di matematica e chimica; Valerio Bocci e Francesco Iacoangeli, dell’INFN – Roma; Antonino Brosio e Antonella Tripodi, di ABProject; Nicola Mari, Ricercatore di geologia planetaria Università di Glasgow; Rocco Dominici e Paola Donato, del Dipartimento DiBEST UNICAL, tutti al microfono di Rosalba Paletta per un altro entusiasmante racconto dalle eccellenze delle nostre scuole.
Appuntamento, dunque, con una nuova imperdibile puntata di Calamita Educational per sabato 11 gennaio come sempre alle 15.30 su Video Calabria (canale 13 DT e canale 501 della piattaforma Sky), e sempre on line sui canali social di Calamita Educational. E non dimenticate: scriveteci a info@calamitaeducational.it e verremo a scoprire le vostre esperienze per raccontarle insieme nelle prossime puntate in programma per la primavera.
- Pubblicato il comunicati stampa, educazione
Smartphone in famiglia: attenti all’intruso!!!
- Dare il buon esempio!
- Dare il buon esempio!
- Dare il buon esempio!
Ecco tre semplici consigli che Calamita Educational ha raccolto per voi sul tema: “Smartphone in famiglia”!!! Se anche a noi capita di osservare che i nostri bambini e ragazzi facciano un uso che sembra eccessivo, o quanto meno inappropriato dello smartphone, forse è il caso di farci qualche domanda. Fermiamoci per un tempo e osserviamo il nostro comportamento.
Lo portiamo sempre con noi anche in casa? Abbiamo un luogo dove lasciarlo quando non serve? E’ “seduto” con noi a tavola? Ci dorme affianco? Tutte domande che potranno esserci di aiuto per comprendere se noi per primi ne facciamo un uso smodato, iniziare a darci dei limiti e, di conseguenza, trasmettere un modello più corretto ai nostri figli.
Quel che noi adulti portiamo a casa assieme a questo strumento (non ci dimentichiamo di chiamarlo così, può essere utile a creare la giusta distanza e a dargli la giusta importanza!), è l’atteggiamento nei confronti dello smartphone, e di conseguenza nei confronti dei nostri figli. Ricordiamoci che ad educare i bambini non sono tanto le parole, quanto quello che vivono, come scriveva Dorothy Law Nolte.
E’ proprio da ciò che loro vedono che nasce, e poi cresce, lo stare incollati al cellulare. Se noi risultiamo ai loro occhi interessati e attratti, talvolta, più da quello strumento piatto e inanimato, che dalla loro presenza, dal loro desiderio di giocare, interagire, muoversi, automaticamente acquisiranno questa lezione e la faranno propria. Penseranno: “Ciò che sta fuori (me compreso!), è meno interessante di ciò che sta nello smartphone, se mamma e papà pensano questo!”.
Il dottor Bruno Pisani intervistato da Calamita Educational su questo importante tema lo spiega bene. Gli smartphone sono come “una cerniera, che ci apre o ci chiude al mondo, a seconda delle situazioni e dell’uso che ne facciamo e che insegniamo a farne ai nostri figli”. Ben lungi dal volere criminalizzare lo strumento, è bene stare allerta.
Ne parleremo ancora nelle prossime settimane a Calamita Educational Summer.
Coraggio, dunque! Se trascorriamo un’ora insieme ai nostri figli al termine, o nell’arco di una intera giornata, fra la scuola, lo sport, la musica, l’inglese e, ovviamente, il nostro lavoro … pensiamo a quel tempo proprio come vorremo che fosse: tutto per noi, e mettiamo da parte i cellulari che sarebbero solo degli intrusi. Con la complicità della bella stagione, sarà anche più semplice e divertente proporre attività da fare insieme all’aperto, stando attenti a non cadere nella trappola – pericolosa con la fine della scuola – del telefonino disponibile a tutte le ore!!! Dalle situazioni che saremo in grado di programmare e creare, e dalle emozioni che saremo capaci di suscitare, provare e condividere, i nostri figli trarranno molto insegnamento.
Il risultato sarà:
- un uso più corretto, sia per noi, sia per loro, di questi strumenti che vanno bene se ci migliorano la vita, non se la monopolizzano!
- tanto tempo “libero dai cellulari” per giocare, parlare, muoverci, fare esperienze… Provare per credere!
- Pubblicato il educazione, Senza categoria
La danza per educare alla vita: a tu per tu con il Maestro Giovanni Calabrò
- Pubblicato il educazione
Prefigurare il futuro: metodi e tecniche per potenziare speranza e progettualità con Fondazione Patrizio Paoletti
E’ dedicata al tema dell’ “attenzione” la sesta puntata di Calamita Educational.
In particolare nel nostro “Angolo dell’Esperto”, rubrica fissa a cura della Fondazione Patrizio Paoletti, con Tania Di Giuseppe, psicologa e Responsabile del Progetto “Prefigurare il futuro – metodi e tecniche per potenziare speranza e progettualità”, abbiamo approfondito il tema del giorno, estendendo la riflessione al Tour nazionale che, proprio in queste settimane, sta girando l’Italia incontrando centinaia di persone, tra cui molti studenti, e concentrandosi proprio sull’importante ruolo che l’attenzione svolge nelle nostre vite. Proprio con la dottoressa Di Giuseppe si parlerà, ad esempio, di due strumenti in nostro possesso come volontà e prefigurazione: essenziali per motivarci ad agire proprio nella direzione in cui desideriamo andare.
I temi saranno oggetto di specifici approfondimenti il 3 maggio a Catanzaro, ed il 17 maggio a Cosenza, in occasione di due importanti momenti formativi (gratuiti) particolarmente indicati per insegnanti, genitori, educatori, oltre che per i giovani, ma aperti a tutta la cittadinanza.
“Oggi le neuroscienze e l’interdisciplinarità – afferma Patrizio Paoletti, Presidente della omonima Fondazione e ideatore del progetto – sono strumenti preziosi per rafforzare le capacità positive interiori e generare contesti resilienti. Grazie a semplici tecniche, abbiamo la possibilità di esplorare quelle esclusive abilità umane che ci suggeriscono come reagire e ci permettono di trasformare i condizionamenti in condizioni, le condizioni in opportunità”.
Qualche dettaglio in più sulle due tappe calabresi del Tour nazionale:
A Catanzaro il 3 maggio il tema dell’incontro sarà: NARRARSI IL FUTURO – POTENZIARE ATTENZIONE E VOLONTÀ, con la presenza di Patrizio Paoletti. Il convegno si svolgerà dalle 10:30 alle 13:30, nell’Auditorium “A. Scopelliti” dell’IIS “E. Fermi”, in Viale Crotone (Quartiere Lido), partner dell’evento.
Il corso è accreditato presso il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali e da diritto a 3 crediti formativi.
La frequenza al corso di formazione dà diritto al rilascio dell’attestato di partecipazione riconosciuto dal Miur e valido ai fini della formazione obbligatoria docenti.
A Cosenza il 17 maggio il tema sarà: PREPARARSI E’ AMARSI. EDUCARE ALLA SPERANZA. Il convegno si svolgerà presso il Teatro Guarasci, Piazza XV Marzo 1, dalle 16:00 alle 19:00.
Per maggiori informazioni, approfondimenti e iscrizioni potete consultare il sito della Fondazione Patrizio Paoletti (ente qualificato e accreditato per la formazione docente presso il MIUR):
Iscriviti all’evento- Pubblicato il educazione
Il ragazzo è distratto
“Il ragazzo è distratto!”, “Il bambino scrive male!”, “L’alunno è disattento!”, “Potrebbe fare di più…!”. Quante volte ci siamo sentiti dire da genitori, oppure abbiamo detto se siamo insegnanti o educatori, frasi simili. Frasi comuni, suscitate da atteggiamenti comuni, su cui le neuroscienze e la ricerca pedagogica si interrogano da tempo, partendo dal presupposto che un atto educativo è tale solo se è efficace.
Oggi i risultati in tal senso sono davvero interessanti. Al punto da poter capovolgere completamente i normali paradigmi e criteri di valutazione, in classe e in famiglia. E ripartire dal diritto che ciascun individuo ha di apprendere, nella maniera a lui più congeniale. Basta saperla riconoscere. Questo è compito di noi adulti. Non esistono bambini, ragazzi, adulti distratti, svogliati, pigri, disattenti. Piuttosto siamo davanti a bambini, ragazzi e adulti che potrebbero soffrire di più o meno lievi disturbi di attenzione, concentrazione, quindi, di apprendimento.
La chiave per entrare in questo mondo è la diagnosi, tanto meglio se precoce. Oggi esistono gli strumenti, ma per poterne fare tesoro dobbiamo dotarcene, tutti, indistintamente: a casa e a scuola. Impariamo ad osservare i nostri bambini e i nostri ragazzi. Del punto di vista clinico e didattico di tali disturbi si parlerà giovedì 14 e venerdì 15 marzo all’Unical nell’ambito del convegno formativo promosso dall’associazione “Potenziamenti” e patrocinato dalla Regione Calabria, assessorato all’Istruzione e alla Cultura guidato da Maria Francesca Corigliano. Il convegno è aperto a tutti, insegnanti, genitori e medici in primis. L’ingresso è gratuito con iscrizione obbligatoria sul sito associazionepotenziamenti.it.
CALAMITA educational ci sarà e ve ne parlerà nelle prossime puntate.
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