L’errore nell’educazione
Gli errori sono utili come il pane
Gianni Rodari
Lo diceva Gianni Rodari, un grande maestro, scrittore per l’infanzia e poeta del ‘900, ancora oggi molto amato e studiato nel mondo della scuola. Mancano due anni al centenario della sua nascita (per cui si sta già lavorando ad importanti celebrazioni), ma le sue indicazioni sull’errore non hanno perso freschezza e importanza.
Anzi, proprio a partire dagli anni ’70, quella che venne poi chiamata “Pedagogia dell’errore” prese sempre più piede nella scuola, nell’educazione e nella ricerca pedagogica. E quello fornito è un punto di vista importante, che sposta tutta l’attenzione sull’individuo, sui processi di apprendimento, di motivazione, sui processi che egli attiva, sulle difficoltà e, appunto, sugli errori come parte del meccanismo che, talvolta, si inceppa.
Uno dei massimi pedagogisti italiani, il professore Nicola Siciliani De Cumis, ne parlerà a Calamita Educational sabato 9 marzo. A partire da un’esperienza davvero originale che il decano de La Sapienza, massimo esperto di Labriola, oggi in pensione, sta conducendo come volontario all’interno delle carceri di Regina Coeli e Ugo Caridi, rispettivamente a Roma e Catanzaro.
Le nostre telecamere lo hanno raggiunto nel Capoluogo di regione calabrese, anche grazie alla collaborazione del direttore del penitenziario di Siano, Angela Paravati che incoraggia e sostiene fortemente simili progetti ispirati dall’articolo 27 della Costituzione italiana, ovvero alla funzione rieducativa della pena, e alla presenza del Magistrato di sorveglianza Angela Cerra, che sulla rieducazione in carcere ha espresso nell’occasione parole chiare e importanti: “La lettura è uno dei principali veicoli di conoscenza; quanto più siamo consapevoli delle nostre possibilità, tanto più siamo liberi di scegliere”.
L’attività del laboratorio di lettura e scrittura creativa portato avanti con i detenuti nella struttura, si è concentrato sulla lettura de “L’ape furibonda”, il bel libro di Bruno Gemelli, Claudio Cavaliere e Romano Pitaro, Rubbettino Editore, che a partire da undici storie vere, racconta il temperamento di altrettante donne coraggiose, distintesi con le loro azioni per audacia e intraprendenza, a volte pagando con la vita le loro scelte. Donne emancipate, donne di carattere dentro brevi storie ambientate in Calabria. Il coraggio, la passione e la tenacia di ciascuna di loro, come l’ape furibonda di Alda Merini.
Un laboratorio, ha affermato Siciliani De Cumis, “che a partire dal testo particolarmente appassionante, ha coinvolto i miei studenti e ha mostrato come la rieducazione, o l’educazione, non debba mai pensare di dover trasformare di pianta ciò che un individuo è, anche e soprattutto se si trova in un regime di detenzione. Anzi, al contrario, è necessario, dato quasi per assodato che l’errore si possa determinare nell’arco di una vita, indagarlo intimamente. E’ proprio il processo, inteso alla maniera deweyana, che conta, il processo dell’esperienza, il modo in cui essa ha origine e si configura. Un po’ come era per Socrate il processo maieutico: è a partire dall’errore, ovvero da quel “sapere di non sapere” in cui ogni uomo, in fondo, si riconosce, che ciascuno avvia la propria ricerca”.
Nell’intervista al professore Siciliani De Cumis approfondiremo questo aspetto e molti altri: non perdete la puntata di Calamita Educational, sabato 9 marzo h.15.30 su Video Calabria Tv (canale 13), oppure sul canale 5013 della piattaforma Sky, per gli spettatori non calabresi. Se doveste perdere la puntata, a partire dalle ore 16.00 ogni sabato sarà visibile sul nostro canale youtube e sul nostro sito internet. A sabato!!!
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Attento che cadi!
“Attento che cadi!”, diciamoci la verità: è una frase che pronunciamo spesso. Una volta mi è capitato addirittura di sentire: “Scivola piano!”, come raccomandazione ad un bambino che giocava gioioso su uno scivolo.
Avete mai letto la fiaba splendidamente narrata di “Alice Cascherina”, di Gianni Rodari? (Rodari, G. (1995). Favole al telefono. Trieste: Einaudi, pp. 28-29). Una meravigliosa metafora del peregrinare alla ricerca di se stessi, dell’esplorazione del mondo mosso da mille e una curiosità. Un affascinante esempio di “cadute” seguite da instancabili “rimesse in piedi”, appassionato come solo i bambini sanno essere.
Nel cadere ogni bambino, di cui Alice incarna una delicata metafora, impara a conoscere ciò che è giusto o sbagliato, a distinguere le emozioni proprie e altrui, a vedersi capace e competente nel mondo.
Quella che appare talvolta a noi genitori come la sola “pericolosità” della caduta, in realtà è un’esperienza che può celare una variegata serie di emozioni e opportunità.
Nella gran parte dei casi, è sufficiente contare fino a dieci e avere la pazienza di non sostituirci, di non anticipare giudizi, non negare possibili valutazioni, non ritardare volontà di sperimentare… Nessuno ci insegna a fare i genitori e si sbaglia per amore: su questo non ci piove. E sempre e solo per amore… possiamo provare “a non ricadere” nell’errore!
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